Commedia degli equivoci Le regole dell’agire democratico vanno rispettate di Luca Ferrini* Sono basito. Attonito. Incredulo. Pensavo che il nostro Partito fosse l’ultimo dei partiti veri e non un’anarchica congrega di nipotini di Mazzini. Pensavo che le regole dell’agire democratico fossero ancora uguali per tutti gli iscritti: dal Segretario della sezione più piccola, al parlamentare, fino al Segretario nazionale. Pensavo che le decisioni degli organismi dirigenti fossero vincolanti per chi li rappresenta. Forte di questa convinzione, ho partecipato alla Direzione Nazionale del Partito nella mattinata di martedì scorso. La seduta è cominciata con la relazione dell’amministratore e la discussione sul bilancio 2009. Dopo circa mezz’ora, non di più, l’on. Giorgio La Malfa chiedeva la parola e, mentre rindossava la giacca di cui si era spogliato per il caldo, annunciava di doversi allontanare per poter votare alla Camera dei Deputati sulle pregiudiziali alla manovra economica. Quasi che solo lui avesse obblighi parlamentari da adempiere. Il Segretario Nazionale, tuttavia, senza obiettare alcunché, chiedeva rispettosamente all’on. La Malfa cosa avesse in animo di votare sulla suddetta manovra. Questi, risedendosi per qualche istante, annunciava alla Direzione che avrebbe votato a favore del provvedimento del Governo, pur svolgendo un intervento fortemente critico sulla manovra. Tutta la Direzione approvava la proposta dell’on. La Malfa e dava mandato ai due parlamentari repubblicani di comportarsi di conseguenza, come del resto il documento finale, approvato all’unanimità, indicava testualmente. Leggo, oggi, dalla stampa che l’on. La Malfa ha votato contro la fiducia posta dal Governo sulla manovra finanziaria. Non ho parole. Davvero non ho parole. Ho ascoltato recentemente l’on. La Malfa in un intervento nella mia Cesena ed ho condiviso molti dei contenuti di quell’intervento. Ma quando si violano apertamente e volontariamente le regole del vivere all’interno di un partito, tutto il resto, contenuti politici compresi, passa in secondo piano. Mi dispiace, ma il comportamento posto in essere dal 50% dei deputati repubblicani non solo presenta il sapore acre del cannibalismo politico (il quale, data la residua parte di carne, sfamerà ben poco) e di un protagonismo da Re Sole, legibus solutus, francamente grottesco, ma presenta anche una componente di menefreghismo, nei confronti dell’impegno di tutti i membri del massimo organismo direttivo del PRI, davvero irriguardoso. Componenti della Direzione i quali, a spese loro, raggiungono la Capitale credendo di poter partecipare ad un processo democratico di decisione e scoprono, invece, di essere finiti in un film di terza categoria dove il regista, suo malgrado, è costretto a coccolare la star che fa le bizze. Francamente, la prossima volta, piuttosto che scendere a Roma per andare al cinema, resto a casa mia ad accarezzare il mio cane. Almeno della sua lealtà non posso dubitare. *Vicesegretario Pri |